venerdì 11 novembre 2011

INCONTRO CON I "LAVORATORI DELL'ARTE"

I Lavoratori dell'Arte saranno a Torino
per incontrare e discutere con gli artisti piemontesi

DOMENICA 20 NOVEMBRE, ORE 16,00
c/o GREEN BOX,  Via Sant'Anselmo, 25 - Torino


La bellezza non può attendere, diceva uno slogan di qualche mese fa. La bellezza delle persone che si stanno incontrando qua a Milano sta nel fatto che non si accontentano delle parole, che sanno di volere mettere in atto qualcosa di inedito. In modo determinato, aperto e inclusivo, umile come è umile la gente che non si fida della retorica, ma cerca veramente di capire, e per continuare a comprendere tenta i primi passi, agendo di conseguenza. Qualcosa che non riduce la politica al suo racconto, che non la riduce ad un commento su facebook o alla topica per l'ennesima conferenza, al titolo per l'ennesima rivista o all'ennesimo progetto autoriale. Tutto ciò non basta. La bellezza di queste lavoratrici e lavoratori della conoscenza, di questi cittadini prima di tutto, è la voglia di una politica agita, non raccontata.
Siamo irrequieti: non è vero che non abbiamo tempo, ma non vogliamo impegnarlo in qualcosa di inefficace. Siamo stufi di avere per le mani solo opinioni. O meglio, vogliamo che le nostre opinioni, ciò che pensiamo, escano allo scoperto e siano il campo di battaglia su cui giocare la costruzione del nostro futuro. Un'alternativa possibile non è cosa da contemplare, dobbiamo metterla alla prova: prendiamoci questa libertà, occupiamoci di ciò che è nostro per testare la realtà. Cominciamo a capire che rimanere dei curiosi, degli attenti produttori di lamenti, degli osservatori specializzati, o dei cinici calcolatori, esperti nell'arte garbata del salvarsi la pelle, è ciò che più serve al mantenimento dello status quo.
Divertiamoci, seriamente, nel testare delle alternative. Trasformiamo la realtà che ci circonda in un serio esperimento radicale.

Insistiamo su questo aspetto perché è finito il tempo di una certa logica negativa, che tanto ha segnato anche i linguaggi e le estetiche degli ultimi anni. Raccontare quanto siamo diversi, nel tentativo sincero di creare coscienza critica e cinico disprezzo verso i dispositivi di potere e sfruttamento, è forse una strategia che ha fatto il suo tempo e non è in grado di spiegare la sfida che ci aspetta. C'è un'immagine, scritta dallo stesso Adorno, proprio lui, maestro di dialettica negativa e costruzione di coscienza critica non ideologica, che forse può aiutare a superare questo impasse. In un breve scritto intitolato Elogio funebre di un organizzatore, ricorda la figura di Wolfang Steinecke, un tenace organizzatore che ha salvato nella pratica le sorti della musica moderna. Lontano dalla retorica e dal gioco delle poltrone importanti e dei riflettori, ha avuto la sensibilità per costruire una scuola, nessun altro avrebbe raccolto e mantenuto uniti uomini altrettanto ribelli, scontrosi e difficili, come coloro che fanno parte di questa scuola – se fossero stati meno difficili, avrebbero scelto una via più facile – nessun altro avrebbe fatto scomparire con impercettibile energia le blande autorità di cui in principio non si era potuto far a meno e preparato un'atmosfera in cui, pur nei contrasti più accesi, prevalse la tendenza comune alla solidarietà.
In questo senso entrare in una dialettica che non accetta lo status quo non significa affinare strumenti critici per commentare la realtà seduti dietro le proprie cattedre garantite o in via di definizione, significa invece costruire spazi reali inediti dove impegnare le proprie soggettività in modelli di gestione alternativi, partecipati, in cui c'è spazio per tutti, per innovare realmente l'ingegneria sociale, la ricerca e la sperimentazione dei linguaggi.

Nell'assemblea dei Lavoratori dell'arte del 23 ottobre a Milano, sono emersi un po' di strumenti da tener presente per gli spazi che andremo a costruire.
Durante la presentazione della bozza di statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, Ugo Mattei richiama l'articolo 43 della Costituzione Italiana in questo passaggio:
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.
Il concetto è che la cittadinanza e le categorie di lavoratori sono legittimati costituzionalmente a gestire direttamente un'attività rilevante di pubblica utilità.
Nella scorsa assemblea abbiamo parlato molto di questo aspetto: siamo in un momento dove possiamo rifiutare sia la logica burocratica sia quella privatistica. Possiamo fare a meno della logica burocratica dove la gestione di uno spazio pubblico è vincolata ad un controllo verticistico, nel criterio della delega, spesso di spartizione partitica delle nomine e di faticoso accesso ai servizi.
Possiamo fare a meno della logica privatistica, nel senso che ci opponiamo a subordinare i contenuti alla quantità di soldi che sono messi a disposizione dal privato, aspetto che condiziona gli spazi pubblici alle proposte che interessano agli investitori.

Il nuovo statuto del Teatro Valle Bene Comune ribalta completamente queste due logiche, indicandone una terza. La proprietà e la gestione degli spazi pubblici è nelle mani di chi partecipa attivamente a costruirne i contenuti. Tutti sono ammessi con pari diritti, tutti sono uguali e tutti hanno un voto nell'assemblea che decide la gestione dello spazio. Chi non partecipa rinuncia a preoccuparsi attivamente di quello spazio pubblico. Chi continua a partecipare da continuità alla gestione.

Nelle assemblee dei Lavoratori dell'arte stiamo confrontandoci proprio su questo, formulando delle iniziative nella città di Milano per innescare dei processi di gestione partecipata degli spazi di pubblica utilità nel settore dell'arte e della cultura. Sottrarre questi spazi alla mera logica dell'alleanza col privato per trasformarli in un centro di riflessione costruttiva e critica, in cui la cittadinanza si prende il tempo di ripensarne i contenuti e la loro gestione.
Cultura, giurisprudenza ed economie hanno senso solo all'interno di questa tensione. Intendiamo l'arte e la cultura proprio come luoghi in cui costruire concretamente e dal basso un nuovo immaginario sociale e collettivo.

giovedì 10 novembre 2011

Il manifesto per i diritti dell'Arte contemporanea















Convegno
"Il manifesto per i diritti dell'Arte contemporanea"
giovedì 10 novembre 2011 c/o Accademia di Brera, 
via Brera 28, Sala Napoleonica - MILANO

Un confronto fra giuristi, artisti e il mondo dell’arte per approfondire e sviluppare i principi enunciati nel “Manifesto dei Diritti dell'Arte Contemporanea” concepito in occasione del convegno: "DAC: I Diritti dell'Arte Contemporanea" di Torino del 2010. Quattro tavole rotonde sui temi dell’Arte Contemporanea nelle politiche culturali con particolare attenzione ai diritti
degli artisti e ai loro contratti, alla funzione pubblica dell'Arte, alla valorizzazione delle competenze professionali e al ruolo del settore privato nel sostegno dell’Arte Contemporanea.

L’arte contemporanea contribuisce a rappresentare le identità sociali e culturali del nostro tempo. Il diritto rappresenta e definisce le regole per la gestione dei rapporti sociali, nei diversi luoghi in cui agiamo. Anche se i due ambiti potrebbero apparire lontani e potenzialmente in conflitto, tra il principio di libertà di espressione dell’artista e i limiti posti dalla legge, espressione della “morale pubblica”, da un altro punto di vista il diritto costituisce un sostegno importante per l’affermazione dell’arte contemporanea.
Sempre più spesso, l’arte e la cultura in generale sono ricondotte alla fruizione del singolo, misconosciute nel loro reale potenziale quale terreno di confronto e luogo della mediazione nella società complessa di oggi.
Il Manifesto per i Diritti dell’Arte Contemporanea vuole riaffermare alcuni principi di fondo con l’intento di ristabilire e rigenerare equilibrio tra le parti sociali, per favorire una migliore comprensione del ruolo dell’arte nella sfera pubblica.

Si afferma dunque:
1− La centralità dell’artista
2− Il ruolo pubblico dell’arte contemporanea
3− Il ruolo e il valore delle istituzioni pubbliche per l’arte contemporanea
4− Il diritto del cittadino di partecipare più direttamente al mondo dell’arte e della cultura
5− Il ruolo del mondo privato nel sostegno dell’arte contemporanea

Si propone:
− Una più alta priorità dell’arte contemporanea nelle politiche culturali
− La valorizzazione delle competenze professionali nella gestione dell’arte contemporanea
− L’allineamento della pressione fiscale ai più favorevoli parametri europei e la riformulazione del diritto di seguito per favorire maggiori investimenti e trasparenza
− L’avvio di “buone pratiche” tra le parti, quali contratti tipo tra artisti e committenti, artisti e gallerie e collezionisti e gallerie
− La ridefinizione giuridica di temi quali autenticità, originalità, durata e limiti della tutela degli autori
− Il riconoscimento giuridico del valore di ogni pratica artistica che si definisca tale.

PROGRAMMA
9.00 saluti del direttore dell’accademia di brera Gastone Mariani

9.10 introduzione Assessore Stefano Boeri

9.30 perchè il manifesto sui diritti dell’arte contemporanea: il percorso Gianmaria Ajani e Alessandra Donati

10.00 i cinque punti del manifesto Anna Detheridge

10.30/12.00 i contratti degli artisti: verso le buone pratiche Coordina Alessandra Donati

Presentazione dei contratti commentati da Gruppo Vladivostok (Ettore Favini, Linda Fregni Nagler, Luca Bertolo, Chiara Camoni, Maddalena Fragnito De Giorgio, Alessandro Nassiri Tabibzadeh, Antonio Rovaldi) Artisti; Markus Koeck e Claudia Hollweg-Hacker, Verdi - Honorar - und Tarifkommission, Artisti; da Annamaria Gambuzzi, Associazione Nazionale delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea; Cristian Valsecchi, Segretario Generale AMACI; Massimo Buffetti, Collezionista; Massimo Minini, Gallerista; Ermanno Tedeschi, Gallerista; Claudia e Paolo Zani, Galleristi.

12.00/13.00 discussione aperta al pubblico
pausa pranzo

14.00/15.30 la valorizzazione delle competenze professionali Coordina Barbara Casavecchia, curatrice e giornalista Chiara Bertola, Direttore artistico Hangar Bicocca; Rachele Ferrario, Storico e archivista Accademia di Belle Arti di Brera; Marina Pugliese, Direttore Polo del Novecento e Arte Contemporanea; Danilo Eccher, Direttore GAM Torino; Silvia Mascheroni, coordinatrice commissione “educazione e mediazione” ICOM Italia.

15.30/17.00 l’arte contemporanea nelle politiche culturali: la funzione pubblica dell’arte. Coordina Anna Detheridge; Alberto Garutti, Artista; Paolo Rosa, Studio Azzurro; Alessandra Pioselli, Direttrice Accademia Carrara di Belle Arti diBergamo; Lisa Parola, Curatrice a.titolo; Francesco De Biase, Esperto di arte pubblica; Cristina Baldacci, Storica dell’arte; Nicola Setari, “Visionary Africa-Art at Work”; Cristiana Perrella, Curatrice portavoce “Consulta per l’arte contemporanea” Roma.

17.00/18.30 il ruolo del mondo privato nel sostegno all’arte contemporanea
Coordina Gianmaria Ajani Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo - Torino; Raffaella e Stefano Sciarretta, Nomas Foundation - Roma; Maurizio Morra Greco, Fondazione Morra Greco - Napoli; Gianni Bolongaro, La Marrana arteambientale; Angela Tecce, Direzione Sezione Architettura e Arte Contemporanee, Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Massimo Sterpi, Avvocato. 

A cura di: Alessandra Donati, Facoltà di Giurisprudenza, Università di Milano-Bicocca, Gianmaria Ajani Facoltà di Giurisprudenza, Università di Torino, e Anna Detheridge, Connecting Cultures per informazioni: dirittiartecontemporanea@gmail.com  


mercoledì 9 novembre 2011

CONTRATTI D'ARTISTA - www.avladivostok.org

Gruppo Vladivostok 
in collaborazione con i giuristi Alessandra Donati e Gianmaria Ajani


Il "Manifesto per i diritti dell'arte contemporanea" è stato da noi concepito insieme a Gianni Bolongaro e poi redatto con gli artisti Luca Bertolo, Chiara Camoni, Ettore Favini. Maddalena Fragnito, Linda Fregni, Alessandro Nassiri, e Antonio Rovaldi. L’occasione di incontro è stata il Convegno “DAC: I diritti dell’arte contemporanea”, organizzato da noi giuristi con l’Accademia Albertina, lo scorso anno a Torino, sul tema dell'"oggetto" dell'espressione artistica, della sua riconoscibilità e tutela giuridica a fronte del processo di innovazione dei mezzi espressivi. 

Il "Manifesto per i diritti dell'arte contemporanea" afferma alcuni principi di fondo, con l’intento di ristabilire e rigenerare equilibro fra le parti protagoniste e favorire anche una migliore comprensione del ruolo dell'arte nella sfera pubblica.

Nel Convegno del 10 Novembre 2011 intendiamo approfondire e sviluppare i principi enunciati nel “Manifesto” ed in particolare promuovere il dialogo sui temi dell'arte contemporanea nelle politiche culturali, con particolare attenzione all’arte negli spazi pubblici ed alla valorizzazione delle competenze professionali.

All’Accademia di Belle Arti di Brera verrà anche presentata una raccolta di "contratti-modello degli artisti" – come, ad esempio, "contratto per mostre", "contratto con galleria": si tratta dei classici tipi di contratto che disciplinano la circolazione delle opere d'arte e che gli artisti concludono - quasi sempre in forma orale - ogni giorno. Abbiamo ritenuto importante formalizzare queste prassi in un testo scritto che delinei in modo chiaro i diritti degli artisti, per contribuire alla diffusione di buone pratiche nel mercato dell'arte contemporanea.

Questo è il primo dei quattro temi attorno ai quali intendiamo sviluppare la discussione. Ad esso seguono: La valorizzazione delle competenze professionali; La funzione pubblica dell’arte nell’ambito delle politiche culturali; Il ruolo del settore privato nel sostegno dell’arte contemporanea.

Il Manifesto sarà dunque traccia per lo svolgimento del confronto: partendo dalle sfide contenute nel testo, i coordinatori delle quattro sessioni proporranno, per ciascuna tavola rotonda, alcune questioni, intorno alle quali si svilupperà il dialogo.


I MODELLI DEI CONTRATTI SI POSSONO RICHIEDERE A:
www.avladivostok.org

domenica 20 febbraio 2011

Sostegno alla Creazione Artistica in Francia

Poichè in effetti ci eravamo detti che il modello nord europeo era fuori dalla nostra portata, vi suggerisco due link per farsi un'idea di come funziona il sistema francese del sostegno agli artisti. La Francia è un paese più vicino a noi e quindi può essere portato come esempio al nostro assessore. Il primo link si riferisce alle borse di ricerca statali (max 15.000 euro),  il secondo a una delle borse regionali  dei DRAC (sui 7500 euro circa).


Centre national des arts plastiques (CNAP)


> DRAC (Direction régionale des affaires culturelles) Centre


buona consultazione


andrea c.

sabato 19 febbraio 2011

Status of the Artist Act - Legge dello stato Canadese + borse di studio straniere

- Vi mando un link ad una legge dello stato canadese, da poco promulgata, riguardante lo statuto dell'artista

An Act respecting the status of the artist and professional relations between artists and producers in Canada:

> http://laws.justice.gc.ca/PDF/Statute/S/S-19.6.pdf


- Vi segnalo anche due links a istituzioni straniere (la prima Olandese e la seconda Danese) per farvi un'idea di che tipo di sostegno godono i nostri colleghi europei ... e poi ci si chiede perchè gli artisti italiani facciano fatica a competere a livello internazionale ...


The Netherlands Foundation for Visual Arts
> http://www.fondsbkvb.nl/english/01_overview.php


The Danish Arts Agency
> http://www.kunst.dk/english/


buona lettura
andrea c.

giovedì 17 febbraio 2011

Riunione 16 febbraio ore 21,00 - c/o Tram Diogene


Hanno partecipato: Alfredo Aceto, Silvio Valpreda, Franco Ariaudo, Guido Salvini, Marzia Migliora, Laura Viale, Maura Banfo, Nadir Valente, Luisa Valentini, Fanni & Dada, Iacopo Seri, Dario Neira, Raffaella Giorcelli, Alessandro Sciaraffa, Brice Coniglio Viola, Manuele Cerutti, Laura Pugno, Andrea Respino, Sara Enrico, Ludovica Carbotta, Davide Gennarino, Raffaella Spagna, Andrea Caretto

mercoledì 16 febbraio 2011

Statuto Sociale degli Artisti

Vi invito a consultare due interessanti documenti (uno dell'Unesco datato 1997! e uno, più recente, del Parlamento Europeo ) che tracciano delle linee guida importanti. Dalla lettura risulta evidente quanto l'Italia sia distante rispetto alle linee di indirizzo indicate a livello comunitario.
In ogni caso penso che la lettura di tali documenti possa essere molto utile per argomentantare nel modo migliore le nostre proposte all'assessore, inquadrandole in un contesto di più ampio respiro. 


statuto degli Artisti UNESCO 1997:   
http://www.praticalarte.com/2010/06/07/statuto-degli-artisti-unesco-1997/
http://unesdoc.unesco.org/images/0010/001090/109018e.pdf


- Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2007 sullo statuto sociale degli artisti (2006/2249(INI)) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P6-TA-2007-0236&language=IT


alcuni stralci da tale documento:
... L'UE invita gli Stati membri a sviluppare o applicare un quadro giuridico e istituzionale al fine di sostenere la creazione artistica mediante l'adozione o l’attuazione di una serie di misure coerenti e globali che riguardino la situazione contrattuale, la sicurezza sociale, l'assicurazione malattia, la tassazione diretta e indiretta e la conformità alle norme europee ...

Miglioramento della situazione degli artisti in Europa
La situazione contrattuale

1.   invita gli Stati membri a sviluppare o applicare un quadro giuridico e istituzionale al fine di sostenere la creazione artistica mediante l'adozione o l'attuazione di una serie di misure coerenti e globali che riguardino la situazione contrattuale, la sicurezza sociale, l'assicurazione malattia, la tassazione diretta e indiretta e la conformità alle norme europee;
2.   sottolinea che occorre prendere in considerazione la natura atipica dei metodi di lavoro dell'artista;
3.   sottolinea inoltre che occorre prendere in considerazione la natura atipica e precaria di tutte le professioni sceniche;
4.   incoraggia gli Stati membri a sviluppare la definizione di contratti di formazione o di qualificazione nelle professioni artistiche;
5.   propone pertanto agli Stati membri di agevolare il riconoscimento dell'esperienza professionale degli artisti ...

un saluto a tutti
andrea c.

lunedì 14 febbraio 2011

Incontro mercoledì 16 febbraio ore 21

Ciao a tutti!
 
Proponiamo di incontrarci per proseguire il dialogo già avviato:
 
mercoledì 16 febbraio ore 21,00 -  c/o Tram Diogene,
rotonda stradale c.so Regio Parco angolo c.so Verona, Torino
 
Se scoprite che qualcuno non è stato avvisato di questa riunione passate parola.
 
Un grosso saluto!
  
raffi

ps. Anche se per molti il blog è uno strumento un po' ostico (anche per me lo era), non fatevi intimorire, con un piccolo sforzo è possibile inserire commenti e testi. 

lunedì 31 gennaio 2011

da irina

Ciao a tutti, spero di aver fatto i passi giusti (non sono un'esperta di blog)
per quanto riguarda la possibilitá di censire gli artisti: sono stata contattata da un'amica che lavora per eta beta (http://www.etabeta.it/) che mi diceva che loro avevano giá iniziato un lavoro del genere e avrebbero voluto aggiornare il sito. Le ho consigliato inizialmente di guardarsi la piattaforma berlinese www.berlinerpool.de dove esiste un archivio di artisti in cui ogni singolo puó poi aggiornare il materiale riguardante il suo lavoro. Non so se possa essere interessante per noi, di sicuro se lo facessero loro sarebbe un gran risparmio di lavoro.
Nel frattempo sono stata contattata dalla fondazione Peano di Cuneo per una mostra sul risorgimento italiano. Potrebbe essere interessante per me lavorare ad un tema storico, peccato che di nuovo non esista neppure un minimo rimborso spese per la produzione dei lavori che credo, non solo nel mio caso, dovrebbero venir prodotti ex-novo...
per quanto riguarda gli altri punti legati alla lettera per l'assessore non credo di voler aggiungere nulla. Mi sembra un'ottima collezione di ragioni e proposte.
Buona giornata e buon lavoro a tutti. irina

mercoledì 26 gennaio 2011

appunti

Ciao a tutti,
finalmente trovo due minuti per analizzare alcuni punti del testo di partenza e allegare alcuni commenti e proposte avanzate dal 13 al 20 gennaio (che ho trascritto evitando di citare ogni qual volta nome e cognome dell’interessato).

Alcune indicazioni sulle azioni ritenute prioritarie da attuare per il sostegno agli artisti piemontesi

-    Censire le iniziative già presenti sul territorio
È stato consigliato di evitare il termine “Censire” soprattutto perché quest’attività è stata recentemente effettuata dal sociologo S.Cominu per Torino Internazionale.
Potremmo quindi considerare una parte di questo lavoro già svolta e quindi inutile da riproporre… limitandoci ad ampliare questo materiale per dar loro “modelli identificativi di attività artistiche torinesi funzionanti” (??)
Vedi come es. l’attuale Resò (progetto CRT non regionale)o Muvin Up…
che permettono la mobilità degli artisti piemontesi creando una rete di relazioni internazionali.
E contemporaneamente valutare in modo approfondito la serietà e l’efficacia di iniziative già presenti sul territorio e sostenere quelle ritenute più valide _ad es. il workshop “Proposte_ proponendo iniziative tipo “Proposte Scambio” (l’esposizione era riallestita in un paese straniero), utili per attivare reti internazionali.
Dovremmo impegnarci ad informarci sui budget regionali annuali e segnalare eventuali ingiustizie o dispendi di denaro.

Attivare delle politiche di sostegno agli artisti, avviando iniziative mirate che rispondano alle esigenze dei giovani alle prime esperienze e  quelle degli artisti mid career.
Qualcuno ha sottolineato una sovente mancanza d’interesse nel creare continuità lavorativa sopratutto con chi tanto “giovane” non lo è più.

Esigenze ARTISTI GIOVANI
Azioni specifiche:
-   Promuovere occasioni formative: con tutor di alto livello, che offrano la possibilità di confronto tra artisti e la possibilità di produrre un lavoro in contesto istituzionale adeguato. La rassegna Proposte _ma ricordiamo anche Nuovi Arrivi o Video.med ecc_ nel corso degli anni hanno rappresentato un momento importante per la formazione di un gran numero di artisti piemontesi.
 
-   Individuare un edificio pubblico (ex scuola, asilo, uffici, ecc.) che non necessiti di grandi investimenti per lavori di ristrutturazione, dove ricavare Studi per Artisti
  (esempio tedesco: http://www.atelierfrankfurt.de/).
O provare a coinvolgere spazi istituzionali già esistenti, cominciando ad organizzare proprio con loro certi momenti di confronto e scoprire in che modo fondere esigenze e idee comuni.

-        Istituire uno spazio mostre Regionale (tipo Project Room), che dia la possibilità ad artisti del territorio (ed anche a giovani curatori) di presentare il proprio lavoro al pubblico tramite un Open Call.  Tale spazio potrebbe anche essere ricavato all’interno di istituzioni artistiche deputate, sul modello, ad esempio, di Sala Dogana a Palazzo Ducale, Genova.

-   Eventi di Open Studio e Studio Visit per aumentare la visibilità del lavoro degli artisti.
Gli artisti “mid career” potrebbero iniziare a diventare parte integrante nella gestione dei contatti tra istituzioni torinesi e new entry alle quali offrire la possibilità di incontrare giovani e meno giovani in strutture idonee, o direttamente nelle case/studio di ogni singolo.

Esigenze ARTISTI MID CAREER:
Azioni specifiche:
-        Istituzione di Borse di Ricerca destinate ad artisti visivi piemontesi (operanti in Piemonte e non necessariamente “piemontesi”) (es. www.hkst.de/en/grants.html)  Si potrebbe ipotizzare un bando annuale per l’assegnazione di un certo numero (es. 5/6) di borse da 12.000-15.000 euro circa, per un anno di lavoro.
Bisognerebbe ricordare anche i modelli di Borse francesi o norvegesi in cui le somme di denaro affidate e i tempi d’impiego, sono nettamente inferiori ma ne permettono l’utilizzo ad un numero decisamente superiore di artisti, ogni uno dei quali viene invitato a presentare un progetto di ricerca da sviluppare nel territorio in questione, per un periodo limitato a 3/6 mesi, e l’ente che di volta in volta accoglie l’iniziativa si impegna: ad affidare all’artista uno studio abitabile, uno stipendio mensile che varia dalle 500 alle 2000 euro, e coprire eventuali spese di viaggio.
Questo modello verrebbe, nel tempo, applicato anche per artisti stranieri che sentono la necessità di lavorare in questa città, e con i quali si potrebbero facilitare gli scambi!

Non sarebbe necessario un progetto per la produzione di uno specifico lavoro ma si tratterebbe di un sostegno ad un percorso di ricerca artistica
Ma si potrebbe anche dare all’ente promotrice la possibilità di allegare alla Borsa un "prodotto finale" che diverrebbe proprietà dell'istituzione/i che ha/hanno collaborato al progetto (finanziandolo). Per loro questo sarebbe una sorta di acquisizione, per noi la dimostrazione/attestazione del buon uso del finanziamento ricevuto.


La commissione selezionatrice
E’ necessaria grande attenzione nella scelta dei selezionatori dei diversi bandi: commissioni miste e variabili (che cambiano ogni 1 o 2 anni).
Esempio di commissione:  1 rappresentante a turno scelto tra le istituzioni artistiche torinesi (GAM, Castello di Rivoli, Fondazione Sandretto, PAV, Fondazione Merz), 1 un rappresentante Regione Piemonte + 1 curatore free lance, anche proveniente da fuori  + 1  artista +  1 rappresentante del mondo delle cultura (filosofo, scrittore ecc. o ricercatore scientifico) non necessariamente legato direttamente all’arte contemporanea.

A tal proposito ci è stato chiesto di ragionare sulla formazione di un “tavolo di lavoro” che ci consenta di acquisire un riconoscimento e un’ufficializzazione della nostra posizione e del nostro lavoro (per l’appunto)!
Potremmo far riferimento all’ Arts Council inglese, prenderlo come modello di partenza magari, per assicurare onestà nella gestione di eventi artistici finanziati dalla regione, presentandoci come una sorta di comitato in grado di “selezionare i selezionatori” e garantire una consulenza artistica trasparente e professionale, ovviamente retribuita.
 

Forse dovremmo iniziare proprio da questo punto… ad ogni modo vorrei capire quando e dove vederci per ottimizzare questo documento da consegnare al coppola!?!?  



sabato 22 gennaio 2011

In relazione alla prima bozza del testo da consegnare all'assessore alla cultura della Regione Piemonte, visibile sul post del  20 gennaio 2011:  


per quanto riguarda la parte introduttiva - che si riferisce alla questione del riconoscimento del ruolo e della professione dell'artista nella società - può essere utile rivedere i testi ed i video delle riunioni tenutesi in varie città italiane l'anno scorso a seguito della lettera inviata al presidente della Repubblica (dettagli nei links qui sotto). Gli argomenti affrontati in quelle riunioni sono stati tanti; sicuramente ci sono molti spunti dai quali trarre riferimenti pratici da inserire nel futuro testo definitivo. 


Ecco i vari reports pubblicati su undo.net:



Appello al Presidente della Repubblica: www.undo.net/it/argomenti/1254428367

La risposta del Presidente: www.undo.net/it/argomenti/1258125834
N. 0 Tavolo di Torino: www.undo.net/it/argomenti/1260459580
N. 1 Tavolo di Bologna: www.undo.net/it/argomenti/1261071685
N. 2 Tavolo di Venezia: www.undo.net/it/argomenti/1263313317
N. 4 Tavolo di Genova: www.undo.net/it/argomenti/1267540583
Introduzione al tavolo Milano: www.undo.net/it/evento/99348

giovedì 20 gennaio 2011

20 gennaio 2011

Incontro 13 gennaio 2011 c/o CRIPTA 747

Questo breve testo presenta alcune riflessioni avviate durante gli ultimi due mesi da alcuni artisti torinesi, riguardanti le difficoltà a condurre, nella nostra nazione, una pratica artistica seria e sostenibile; queste riflessioni – essenzialmente intercorse via e-mail tra novembre e dicembre 2010, sono state riattivate a fine dicembre da un incontro tenutosi alla Fondazione Sandretto in presenza nel nuovo assessore alla Cultura della Regione Piemonte.

Sottoponiamo questo documento all’attenzione della comunità degli artisti piemontesi, con lo scopo di attivare una riflessione allargata su quali siano le comuni esigenze che caratterizzano la nostra professione, per cercare di formulare degli obiettivi pratici da sottoporre all’attenzione di quelle istituzioni pubbliche che hanno la responsabilità di sostenere la cultura.


Premessa

Il sistema artistico italiano soffre di diversi problemi strutturali non soltanto a livello regionale, ma nazionale. Non si può non rilevare un notevole gap rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei nella volontà e capacità da parte degli enti pubblici nel sostenere la ricerca artistica contemporanea.

Nella maggior parte delle nazioni, quali l’Italia ritiene di paragonarsi per livello simile di sviluppo economico, sociale e culturale, gli artisti sono parte integrante del mondo della ricerca umanistica e scientifica, entrano nei dipartimenti universitari, in gruppi di lavoro e progettazione e sono riconosciuti ufficialmente come importanti “operatori culturali”. Nel nostro paese - un po’ per convenienza e un po’ per ignoranza - si è ancora per lo più legati all’immagine romantica dell’artista come persona eccentrica, che vive di ispirazione e mecenatismo. Questa situazione, che pare difficile da scardinare, sembra avere profonde radici culturali.

Gli artisti stessi hanno probabilmente una certa responsabilità in merito, in quanto non hanno saputo portare avanti negli anni delle istanze collettive, limitati da un atteggiamento individualistico che spesso caratterizza la nostra attività.

L’elaborazione di un progetto espositivo, nella nostra nazione, è quasi sempre concepito in modo “non sostenibile”, nel senso che non vengono conteggiati, fin dall’inizio, i costi sostenuti dall’artista per il suo lavoro (progettazione, produzione, viaggio, allestimento, ecc), costi che sono obbligatoriamente presi in considerazioni per altri professionisti (tecnici di allestimento, curatori, elettricisti, tipografi, decoratori, personale per la pulizia dei locali, ecc).
Nella maggior parte dei casi si fa affidamento sul fatto che gli artisti possano trovare il sostegno necessario al sostentamento nel mercato privato; in un certo senso le istituzioni cercano di scambiare la visibilità che offrono all’artista con il suo lavoro di produttore di opere.
Questa incongruenza è alimentata dalla grande questione di fondo riguardante il non riconoscimento ufficiale della professione dell’artista, del suo ruolo nella società, nonché della sua appartenenza alla categoria dei lavoratori.

Ci sembra anche opportuno sottolineare la grande diversificazione della ricerca artistica contemporanea. Esiste una ricerca artistica che trova, per motivi diversi, più facile sbocco sul mercato privato ed una ricerca che, sebbene culturalmente altrettanto importante, ha più difficoltà ad inserirsi sul mercato e necessita di sostegno e accompagnamento da parte degli enti pubblici.
Mentre in altri Stati, sia a livello statale che regionale, esistono borse di ricerca, bandi per fondi per la produzione di opere, sostegno alla mobilità per gli artisti, ecc. in Italia, a parte rari casi, c’è una imbarazzante assenza delle istituzioni.

La nostra Regione (e il Comune di Torino) è una delle Regioni italiane che in passato ha investito di più nell’arte contemporanea varando diverse iniziative in sostegno della ricerca artistica; si sente tuttavia la necessità di una strategia più organica e mirata che possa accompagnare gli artisti non solo nelle primissime fasi del loro percorso di ricerca ma anche nella fase critica di mezza carriera.

Incontro con l’Assessore alla Regione Piemonte

Gli sviluppi dell’incontro avvenuto il 23 dicembre 2010 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in cui una piccola rappresentanza di artisti torinesi è stata incontrata dal neo Assessore alla Cultura Michele Coppola, hanno posto le basi per un ulteriore approfondimento sulle mancanze che gli artisti torinesi stessi denunciano rispetto alle opportunità e servizi che possano permettergli di alimentare la propria ricerca artistica anche a livello internazionale. Si è quindi scelto di organizzare degli incontri preliminari a quelli di un nuovo confronto con l’assessore Coppola, per motivare richieste concrete.

In un’ultima sessione in periodo di festività natalizie (4 gennaio), tra Paola Anziché, Andrea Caretto, Alessandro Quaranta e Raffaella Spagna, sono state valutate alcune proposte concrete sulla base di alcune priorità che possano interessare sia artisti ad inizio carriera, che artisti in una fase più avanzata della carriera, ma che trovano difficoltà a incrementare e veicolare la propria ricerca fuori dal proprio milieu.

Durante la chiacchierata si è scelto anche di tralasciare modelli troppo utopici da perseguire, proposti ad esempio da alcuni paesi del nord Europa, che per cultura sarebbero impraticabili qui in Italia (vedi ad esempio i sussidi mensili). Ci siamo così spostati su ciò che già c’era, o c’è, aggiungendo alcune proposte nuove che ci sono parse essenziali.


Alcune indicazioni sulle azioni ritenute prioritarie da attuare per il sostegno agli artisti piemontesi
  • Censire le iniziative già presenti sul territorio, sia quelle emerse “dal basso” che quelle istituzionali, valutarne in modo approfondito la serietà e l’efficacia e sostenere quelle ritenute più valide (ad es. il workshop “Proposte” la Fondazione Spinola Banna), riproponendo anche iniziative tipo “Proposte Scambio” (l’esposizione era riallestita in un paese straniero), utili per attivare reti internazionali;

  • Attenzione da parte dell’ente pubblico regionale per Il Progetto “Resò”, che permette la mobilità degli artisti piemontesi creando una rete di relazioni internazionali.

Attivare delle politiche di sostegno agli artisti, avviando iniziative mirate che rispondano alle esigenze dei giovani alle prime esperienze e quelle degli artisti mid career.

Esigenze ARTISTI GIOVANI : Alta Formazione e confronto tra artisti - Spazio Studio dove lavorare - Occasioni espositive di livello professionale - sostegno alla mobilità - Accesso a budget per la produzione dei lavori.


Azioni specifiche:
  • Promuovere occasioni formative: con tutor di alto livello, che offrano la possibilità di confronto tra artisti e la possibilità di produrre un lavoro in contesto istituzionale adeguato. La rassegna Proposte e la Fondazione Spinola Banna nel corso degli anni hanno rappresentato un momento importante per la formazione di un gran numero di artisti piemontesi.

  • Individuare un edificio pubblico (ex scuola, asilo, uffici, ecc.) che non necessiti di grandi investimenti per lavori di ristrutturazione, dove ricavare Studi per Artisti (esempio tedesco: http://www.atelierfrankfurt.de/). Tale struttura potrebbe anche essere dotata di uno spazio per mostre autogestito dagli artisti stessi (si evidenziano in questo caso possibili criticità per la gestione dello spazio). L’assegnazione degli studi sarebbe effettuata tramite concorso tra gli artisti piemontesi (come avviene ad es. in Veneto alla Fondazione Bevilacqua la Masa). Una parte degli studi potrebbe essere riservata ai giovanissimi (studio gratuito per un anno) e l’altra ad artisti mid career (affitto agevolato pluriennale). Eventi di Open Studio e Studio Visit per aumentare la visibilità del lavoro degli artisti.

Esigenze ARTISTI MID CAREER: sostegno economico alla ricerca artistica, spazio studio a prezzo agevolato - sostegno alla mobilità e alla creazione di reti nazionali e internazionali per veicolare il lavoro in Italia e all’estero.


Azioni specifiche:
  • Istituzione di Borse di Ricerca destinate ad artisti visivi piemontesi. (es. www.hkst.de/en/grants.html) Si potrebbe ipotizzare un bando annuale per l’assegnazione di un certo numero (es. 5/6) di borse da 12.000-15.000 euro circa, per un anno di lavoro. Non sarebbe necessario un progetto per la produzione di uno specifico lavoro ma si tratterebbe di un sostegno ad un percorso di ricerca artistica;

  • Sarebbe utile affiancare alle borse di ricerca un bando di minor entità (3-4000 euro?) per il sostegno alla produzione di progetti specifici o per la mobilità internazionale degli artisti, ma forse è troppo ambizioso ipotizzare una tale diversificazione delle offerte? Forse con la borsa di ricerca sarà poi l’artista a decidere in autonomia a cosa destinare i fondi (se per lo studio, per produzione di opere, o per la mobilità, ecc.).

  • Istituire uno spazio mostre Regionale (tipo Project Room), che dia la possibilità ad artisti del territorio (ed anche a giovani curatori) di presentare il proprio lavoro al pubblico tramite un Open Call. Tale spazio potrebbe anche essere ricavato all’interno di istituzioni artistiche deputate, sul modello, ad esempio, di Sala Dogana a Palazzo Ducale, Genova. (Durante la riunione questo punto ha trovato poco appoggio tra gli artisti presenti: meglio puntare eventualmente su spazi no profit autogestiti, seppure dislocati in edifici pubblici : ex-scuole, ecc.)


La commissione selezionatrice

Qualsiasi buon progetto, se cade nelle mani sbagliate, si può trasformare nel peggiore delle iniziative possibili. Questo è uno dei mali più diffusi e difficili da debellare, presenti nella nostra nazione.
E’ necessaria grande attenzione nella scelta dei selezionatori dei diversi bandi: commissioni miste e variabili (che cambiano ogni 1 o 2 anni).
Esempio di commissione: 1 rappresentante a turno scelto tra le istituzioni artistiche torinesi (GAM, Castello di Rivoli, Fondazione Sandretto, PAV, Fondazione Merz), 1 un rappresentante Regione Piemonte + 1 curatore free lance, anche proveniente da fuori + 1 artista + 1 rappresentante del mondo delle cultura (filosofo, scrittore ecc. o ricercatore scientifico) non necessariamente legato direttamente all’arte contemporanea.